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Idea o invenzione rivoluzionaria? Tutelati brevettandola

Idea o invenzione rivoluzionaria? Tutelati brevettandola

Un’idea che non trova posto a sedere è capace di fare una rivoluzione, scriveva Longanesi.

Ma che cos’è un’idea? Senza scomodare la filosofia si può semplificare un po’ e spiegarla come un prodotto o un atto, della mente della persona. E un’idea può anche trasformarsi in invenzione, quando all’intuizione iniziale si aggiunge l’ingegno e il lavoro, anche frutto di più persone.

Nella società moderna, il cammino di una “invenzione” è disciplinato in modo rigoroso dalla legge, che distingue le opere dell’ingegno, cioè le idee creative nel campo culturale e letterario, dalle invenzioni industriali, cioè idee creative nel campo della tecnica, modelli di utilità e modelli e disegni industriali.

Per le invenzioni industriali il diritto di esclusiva da parte del loro autore, sorge solo in seguito alla brevettazione che rende di pubblico dominio il contenuto dell’invenzione. Le invenzioni industriali consistono nella soluzione originale di un problema tecnico, che sia suscettibile di applicazione pratica nel settore dei beni e servizi. Un’invenzione industriale per essere qualificata come tale, deve presentare una serie di requisiti di validità tra cui la liceità, la novità, essere frutto di attività inventiva e avere il carattere dell’industrialità, cioè che possa essere utilizzata in qualsiasi genere di industria.

Il Brevetto è concesso da un ufficio preposto (a San Marino è l’Ufficio Brevetti e Marchi) sulla base di una domanda corredata dalla descrizione dell’invenzione e dai disegni necessari. È l’Ufficio stesso a verificare la regolarità formale della domanda, la liceità e l’industrialità.

Dal brevetto va tenuto distinto il Marchio, che altro non è, se non la parola, frase, simbolo o disegno, che distingue un prodotto o un servizio, cioè che lo identifica. Anche la registrazione del marchio – che deve essere lecito, vero, originale e nuovo – avviene allo stesso Ufficio che così attribuisce al titolare il diritto all’uso esclusivo.

L’Ufficio Brevetti e Marchi di San Marino, che si occupa quindi della registrazione di marchi, brevetti, e disegni o modelli industriali (creazioni intellettuali applicate all’industria), segue anche le procedure internazionali relative alla registrazione e riscuote le relative tasse. In virtù dell’ ”Accordo di amicizia e buon vicinato” con l’Italia, un marchio riconosciuto a San Marino lo è anche in tutta la Penisola e viceversa, mentre è necessario effettuare un deposito come marchio comunitario perché la tutela sia estesa anche negli altri paesi Ue. Inoltre tutti i soggetti provenienti da paesi diversi dall’Italia, che richiedono i titoli di privativa attraverso i sistemi internazionali, per ottenere protezione in Italia e a San Marino saranno tenuti a fare un deposito in ciascun dei due paesi, pagando le tasse sia a San Marino che in Italia, in coerenza con quanto avviene in tutti i paesi membri delle relative convenzioni internazionali e nel rispetto del principio cardine della territorialità.

In più, dal 1 gennaio 2014 è in vigore il Co-Operatione Epo, un accordo sulle ricerche sui brevetti nazionali, che permette una più facile protezione per le aziende sammarinese, delle loro invenzioni in tutta Europa. Secondo l’Accordo infatti, l’EPO fornirà un rapporto di ricerca sul brevetto, entro nove mesi dalla data di deposito della domanda a San Marino, elencando invenzioni già brevettate in precedenza, rilevanti per giudicare la novità e non ovvietà dell’invenzione. Ciò consente alle imprese di valutare il potenziale delle invenzioni in vista di un possibile investimento. L’autore dell’invenzione e del brevetto, trova invece nell’EPO un referente per quanto concerne lo sviluppo della sua idea, e nel percorso che lo condurrà a chiedere la registrazione del marchio o brevetto all’Ufficio competente, in studi di consulenza in proprietà industriale.

Inoltre, in questo particolare settore, dal 2007, è anche possibile svolgere la professione di consulente in proprietà industriale. Per farlo basta essere iscritti in un albo tenuto presso l’Ufficio Brevetti e Marchi, dopo aver superato un esame di abilitazione. L’ attività di consulenza è orientata alla verifica della sussistenza, in capo all’opera dell’ingegno per la quale si desidera ottenere il brevetto, di determinate condizioni e provvede poi al deposito della domanda. Questi studi svolgono anche ricerche di anteriorità per verificare l’assenza di brevetti o marchi simili prima di depositare la domanda.

Un brevetto diventa quindi un prodotto che può essere venduto e copiato gratificando anche economicamente l’inventore. Registrare quindi il proprio marchio, o l’invenzione da brevettare, è un passaggio da tenere sempre in considerazione, per una protezione di quanto si è inventato o realizzato, non solo per un suo sfruttamento economico, ma anche per garantire il meritato riconoscimento di paternità. Inoltre potrà facilitarne l’eventuale trasferimento, anche ai propri eredi.

Una scelta in definitiva, da tenere sempre a mente, quando si vuole trovare il giusto posto a sedere per la propria idea.

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