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Il sammarinese Marco Nicolini sulla “rotta di Marino”

Il sammarinese Marco Nicolini sulla “rotta di Marino”

Il manoscritto da cui è tratta la leggenda di San Marino risale al X° secolo, secondo la narrazione Marino il nostro Santo fondatore, uno scalpellino, arrivò, attraversando il mare Adriatico ,dalla Dalmazia nel 257 d.c per ricostruire le mura e il porto di Rimini, quasi interamente distrutti dalle invasioni barbariche. Marino si rifugiò in seguito sul Monte Titano per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani. La leggenda di San Marino vive nel cuore di ogni vero sammarinese che la ascolta e narra con fierezza, non trascurando di ricordare come l’origine della nostra comunità risieda in un lascito, libero da qualsiasi vincolo, fatto da Felicissima la proprietaria del Monte Titano a Marino, in segno di riconoscenza per aver salvato dalla morte il figlio Verissimo.

Il racconto di questa storia deve avere avuto un eco del tutto particolare nel cuore di uno dei suoi figli, Marco Nicolini, sammarinese in linea paterna ma rientrato in patria in età adulta dopo che i nonni si erano trasferiti a Padova in cerca di lavoro.

“Nonostante non sia cresciuto in Repubblica – racconta Marco – ho sempre sentito un forte legame con San Marino, grazie ai racconti di mio nonno, Luigi Nicolini un insegnate molto legato alla sua Terra. Ne amo la storia, i monumenti, ogni sasso ha una vicenda da raccontare e ho voluto farvi ritorno, anche se purtroppo non ho ritrovato in tutti i sammarinesi quella fierezza che dovrebbe costituire il DNA di ogni cittadino”.

Da qualche tempo nell’animo di Marco si è fatto strada un sogno, quello di portare a termine un progetto, eroico e non privo di rischi e incognite, che gli consente di coniugare due delle sue grandi passioni: l’amore per il mare e quello per il suo paese, intraprendendo un viaggio che è una sorta di tributo a quello leggendario compiuto da Marino: una traversata da Arbe a Rimini in mare aperto sul suo kayak, un piccolo natante mosso da una pagaia.

“Misurarmi con il mare – ricorda Nicolini – è stata sempre una grande passione, nata coi libri di Salgari e maturata col kayak e con la passione per il windsurf che mi ha portato a viaggiare in tutto il mondo. Ciò che mi piace è la sfida con se stessi, un uomo in mare non è mai nel suo elemento, deve continuamente stare in uno stato d’allerta, pur godendo della grande libertà che regala l’assenza di terra all’orizzonte. Nella traversata che intendo compiere, con partenza prevista il 26 luglio, mi hanno ispirato i grandi canoisti oceanici del passato come Franz Rommer e Andrew McCauley, purtroppo entrambi morti in mare, fino agli autori di recenti imprese, come Aleksander Doba che ha attraversato l’Atlantico nel punto più largo e Sandy Robson, signora australiana che in cinque anni pagaierà dalla Germania all’Australia del Nord”.

L’impresa, interamente studiata da Nicolini, prevede la partenza da Arbe, due giorni e mezzo di navigazione per arrivare a Rimini con sessioni continue di cinque ore di vogata e tre di riposo, la conduzione di una canoa di 5 metri dalla chiglia stretta per rendere più filante la vogata, la velocità di 8-9 km/h e l’ausilio di una barca d’appoggio, che navigherà solo a vela nel rispetto per l’ambiente marino, condotta dallo skipper sammarinese Gilberto Casadei.

“Contavo di partire a maggio – racconta il protagonista della traversata sulla rotta di Marino – ma le due variabili che hanno creato qualche insicurezza sono state il tempo, le previsioni atmosferiche sopra i due giorni non sono attendibili e le condizioni del Mare, l’Adriatico è infatti un mare molto insidioso, dai bassi fondali che frangono l’onda e molto trafficato a causa di traghetti e petroliere. Mi sono preparato a quest’avventura con una seria preparazione fisica in palestra, con l’aiuto e i consigli dell’amico Ettore Iobbi, ex pugile e personal trainer ed un corretto regime alimentare. Ho cercato di trasformare la mia forza da esplosiva a resistente. Ogni week end da diversi mesi l’ho trascorso in mare sul mio kayak giallo, con la mia amata Vallugola come base di partenza. Inizialmente nel mio progetto non era contemplata barca d’appoggio ma operando in questo modo, non avrei avuto i necessari permessi per la mia traversata dalle autorità croate”

Un progetto ricco di stimoli e davvero avvincente che non ha mancato di destare l’interesse dei sammarinesi che da subito si sono iscritti con piacere alla pagina facebook creata ad hoc e non mancano di manifestare a Marco il proprio interesse per un impresa che si riallaccia piacevolmente alla leggenda.

Un tragitto che ha il dolce sapore di un sogno e che come tutti i sogni ha richiesto gambe robuste per la sua realizzazione e che ha trovato nella Carlo Biagioli s.r.l un grande sostenitore e referente.

La società, specializzata in consulenza grazie a un team di esperti altamente qualificati, sarà main sponsor della traversata. Un viaggio va vissuto e raccontato condiviso perché possa trovare piena realizzazione e l’auspicio è che durante le ore di riposo Marco abbia volontà ed energia sufficiente per mettere nero su bianco le emozioni di questa traversata, creando un vero e proprio diario di bordo che racconti a ogni sammarinese quali emozioni dà un viaggio di questo genere sulle orme di quello fatto dal Santo che ci ha lasciato il bene più prezioso: la Libertà.

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