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Vaccinarsi sì o no?

Vaccinarsi sì o no?

La recente epidemia di morbillo avuta origine nel parco divertimenti Disney in California ha riacceso il dibattito sulle vaccinazioni; le autorità statunitensi avevano dichiarato “eliminata” tale malattia, ma la crescita degli ultimi anni del movimento contrario alle vaccinazioni ha fatto rifiorire nuovi casi di contagio.

Ma perché tanto timore dei vaccini? Una delle ipotesi più gettonate dagli “obiettori” è quella per cui  i vaccini possano causare l’autismo. Ma è davvero così? Da dove nasce tale timore? Nel 1998 il medico britannico Andrew Wakefield, dichiarò di aver trovato la correlazione esistente tra il vaccino trivalente MPR (morbillo-parotite- rosolia) e l’autismo; nei 4 anni successivi varie equipe di medici tentarono di riprodurre i risultati ottenuti dal medico britannico senza ottenere nulla. Finché nel 2004 il giornalista Brian Deer a seguito di un’accurata inchiesta scoprì che i dati utilizzati da Wakefield erano stati utilizzati irregolarmente e manomessi dallo stesso mosso da fini principalmente economici.

Nel 2010 Wakefield venne radiato dall’ordine dei medici britannici, mentre The Lancet, la nota rivista medico scientifica che nel 1998 aveva pubblicato lo studio, pubblicò una ritrattazione dell’articolo.

Nonostante tutto l’idea diffuse in tutto il mondo paure e fobie principalmente in quei genitori che si accingevano a vaccinare i propri bambini; per questo nei anni successivi ricercatori ed istituti scientifici intensificarono le ricerche per cercare una correlazione tra i vaccini in generale e l’autismo, ma niente, nessun dato lo ha dimostrato, anzi è stato smentito da ricerche sempre più accurate.

Ma allora se è stato dimostrato che non esiste alcuna relazione tra vaccini e autismo, perché sono sempre più numerosi i movimenti antivaccino?

In statistica accade spesso che un dato, una notizia incautamente pubblicata da uno, sia ripresa acriticamente da altri e abbia un’enorme diffusione senza alcuna verifica sull’attendibilità della sua origine; notizie infondate che a forza di essere ripetute finiscono col sembrare credibili.

Purtroppo per l’essere umano la percezione del rischio non si basa sul calcolo del rischio stesso, bensì sulla paura e quando ci si imbatte in un’informazione che contraddice quello in cui crediamo tendiamo a dubitare dell’informazione piuttosto che di noi stessi.

Come se non bastasse, gruppi organizzati, avvocati e genitori in cerca di denaro non si arrendono e continuano a non sentire ragioni; nell’aprile del 2012, il Tribunale di Rimini, causò l’insurrezione della comunità medica quando condannò il Ministero della Salute al risarcimento di una coppia con un figlio autistico ritenendo sussistente un nesso di casualità tra il vaccino trivalente e l’autismo. A febbraio 2015 tale sentenza è stata ribaltata dalla Corte di Appello che ha ritenuto gli studi di Wakefiled, utilizzati per la prima sentenza, scientificamente irrilevanti e smentiti dalla comunità scientifica.

Nonostante tutti gli studi fin qui eseguiti abbiano dimostrato la non correlazione tra vaccini e autismo non vuol dire che siano esenti da rischi; qualsiasi intervento clinico può avere lati negativi, occorre solo valutare con “saggezza” rischi e benefici e ricordare che se non si vedono più bambini sulla sedia a rotelle a causa della poliomielite, se non sentiamo più parlare di bambini soffocati dalla difterite e non ci sono più milioni di bambini morti a causa del morbillo qualcosa di buono questi vaccini l’avranno pur fatto?

Tonino Fabbri

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