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Sperimentiamo la pipì in piazza: ovvero danzo nudo poi vediamo che succede

Sperimentiamo la pipì in piazza: ovvero danzo nudo poi vediamo che succede

 

Durante il festival di Sant’Arcangelo dei teatri il Il ballerino Frank Willens ha danzato nudo durante la sua performance concludendo il numero urinandosi in faccia con un getto davvero potente degno di assunzione immediata nei vigili del fuoco del quartiere.

Benissimo, ecco direi che nulla di più naturale no? in fin dei conti abbiamo un bellissimo corpo nudo maschile che espelle il proprio liquido, naturalissimo oltretutto, dal proprio pene. La performance rappresenta una fontana, la fontana umana, ecco signore e signori la fontana danzante umana che balla libera dal piedistallo come un opera del Canova o del Michelangelo in carne e ossa! La Danza primaria e originale forma di arte e di comunicazione non verbale ora è al suo massimo storico, nessun danzatore, nessun artista si è spinto oltre, a parte qualche compagnie sperimentali nel anni 70 del secolo scorso in cui hanno sparato ad un cavallo vivo, e sottolineo vivo in scena uccidendolo naturalmente  o quando altri vomitavano e si sporcavano tra di loro.

Allora, che dire?

Molti dicono :” questa è arte, è sperimentazione, tutto ha un senso, lo fanno perché raccontano e creano una rottura con il passato, è una provocazione!! evviva il nuovo abbasso il vecchio!

Devo ammettere che personalmente la pipì mi fa schifo, che se dovessi vedere uccidere un cavallo in scena andrei sul palcoscenico e tirerei un pugno in pieno viso all’assassino, e che il vomito mi fa ancora più schifo!

Perché devo vedere e assistere a forme estreme di rabbia privata!?!?!?! che stress ragazzi!! che stress!

Logicamente questa performance ora viene strumentalizzata dalla politica, l’opposizione della regione Emilia Romagna si sta ribellando mettendo in luce dati e fatti tremendi come ad esempio hanno svelato che il festival di Sant’arcangelo è costato 754.479,69 … certamente non bruscolini come dicono a Roma.

Sperimentare non vuol dire provocare, io sono del parere che il bambino provoca per urgenza di rispetto verso un genitore, per bisogno di attenzione etc etc.. la provocazione in arte è si un pilastro importante, è anche un suo scopo certamente, ma provocare non vuol dire sperperare denaro inutilmente e ne tanto meno impormi la tua puzza e la tua violenza!

Dico sperperare denaro perché una sera, durante il festival di Sant’arcangelo appunto, un ragazzo dell’organizzazione mi porge un volantino chiedendo se conoscevo il fondo speculativo di provvidenza; Dico “ no, non conosco, ma mi suona bene, che cos’ è?” “Tutti levano un euro dalla propria busta paga” dice con aria soddisfatta “anche il sindaco di Sant’Arcangelo e ogni biglietto del festival costa 1 euro in più per creare così un fondo da destinare all’arte e la somma prevista sarà attorno ai 12mila euro”. Bello! dico io, Bravi!! Continua dicendo che nell’area apposita ci sono varie opzioni di scelta, cioè con il biglietto dello spettacolo che hai visto puoi poi scegliere tu a chi destinare questo fondo e che se non si dovesse arrivare ad una soluzione o se dovessero esserci 2 o più opzioni a pari merito questo denaro verrà disperso nelle campagne circostanti così da creare una provocazione.

COSA?? ma destinateli ad anziani artisti in pensione! destinateli a che ha davvero bisogno!! destinateli a chi ne ha davvero bisogno dico io! oggi è un delirio di povertà! questa è una totale sciocchezza ( certamente al ragazzo mi sono rivolto con meno educazione…)  “ comunque se vuoi maggiori informazioni vai all’area apposita“ continua con tanto di sorrisetto sotto i baffi. 750mila calci nel sedere a lui e a tutta questa situazione imbarazzante che vive l’arte oggi.

Ho frequentato e ho lavorato in teatri e set cinematografici per 20 anni a Roma , capisco la voglia di cambiare, la voglia di evolvere, l’urgenza di mandare un messaggio forte e chiaro ad un sistema violento e affaristico, un sistema crudo e arido dove l’arte viene strapazzata e usata come un calzino vecchio, ma non capisco e non capirò mai una provocazione bassa, autoreferenziale, poco intelligente e poco costruttiva. La provocazione in arte parte dal rispetto per l’arte stessa.

Fabrizio Raggi

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